Dal Potere dei Capezzoli al Rispetto per la Vita.


Introduzione del Portavoce alla Testimonianza "Un Appello agli Uomini"

Cari lettori,

Il testo che segue, "Un Appello agli Uomini", è stato scritto dal sottoscritto, Giovanni Peroncini, in un periodo precedente all'istituzione formale del Tribunale degli Animali Laura Girardello. Nasce come una riflessione personale e una chiamata all'azione contro le logiche di dominio che permeano la nostra società, manifestandosi non solo nella violenza contro gli animali, ma anche nelle norme oppressive che regolano i corpi e le identità di genere.

Oggi, il Tribunale degli Animali Laura Girardello ha deciso di ripubblicare integralmente questa testimonianza. Perché?

Perché il Tribunale raccoglie e fa propria questa analisi, riconoscendo in essa le radici della sua stessa missione. La lotta contro la Tanatodossìa Alimentare e la lotta contro il binarismo di genere e i simboli del potere maschile non sono battaglie separate. Nascono dalla stessa, identica e velenosa radice: una logica di dominio e prevaricazione che insegna a gerarchizzare le vite, a reificare i corpi e a normalizzare la violenza sull'Altro, sia esso un animale non umano o un animale umano la cui identità non si conforma alla norma del potere.

Questa mia testimonianza personale, con le azioni provocatorie che la accompagnano, è quindi da considerarsi uno dei documenti fondanti del pensiero che anima il Tribunale. È la prova di come la rivoluzione della Coscienza parta da un'analisi critica di sé e del mondo che ci circonda, in ogni sua manifestazione.

Vi invito quindi a leggere questo appello non solo come una riflessione passata, ma come la testimonianza che, insieme all'eredità di Laura Girardello, ha dato vita all'urgenza e alla necessità di un Tribunale che oggi parla con una voce unica e determinata, per la Giustizia Verde e per il rispetto di ogni vita.

Giovanni Peroncini
Portavoce del Tribunale degli Animali Laura Girardello

Un Appello agli Uomini

A mio parere, e l'evidenza dei fatti mi dà ragione, il mondo è un luogo complesso, segnato da stragi, guerre e femminicidi. Queste ferite colpiscono indiscriminatamente animali, umani e non umani, ricordandoci la fragilità della vita e l'urgenza di un cambiamento. Ma la violenza non si manifesta solo attraverso atti brutali. Essa si annida anche nei simboli e nei linguaggi del potere, come nel caso dei capezzoli maschili esposti, spesso associati a forza e virilità, che incarnano una logica di dominio e controllo.
Il binarismo di genere non è solo un concetto astratto, ma una realtà che causa sofferenza, discriminazione e violenza. È tempo di dire basta!
È tempo di mettere in discussione questi simboli e di costruire un mondo dove ogni identità sia riconosciuta e rispettata, un mondo dove l'uguaglianza si realizzi nel rispetto della diversità. La lotta contro il binarismo di genere è un passo fondamentale in questa direzione, perché ci invita a superare gli stereotipi e i ruoli di genere rigidi che alimentano la violenza e la discriminazione.
Non dobbiamo perdere la speranza. Insieme, possiamo costruire un mondo più giusto e inclusivo, in cui ogni vita abbia valore, ogni voce sia ascoltata e ogni identità sia celebrata.
Non si tratta di una rivoluzione, ma di un'evoluzione. Un'evoluzione dell'umanità verso un mondo di pace e giustizia per tutti.
Ognuno di noi, con le proprie azioni e le proprie scelte, può contribuire a questo cambiamento.
Educhiamo le nuove generazioni al rispetto, all'inclusione e alla libertà.
Insegniamo loro a vedere la bellezza nella diversità e a rifiutare ogni forma di discriminazione e violenza.

Uomini, è il momento di agire!
Questo appello è rivolto a voi, uomini che desiderate un mondo più giusto ed equo. È il momento di dimostrare il vostro impegno e di unirvi attivamente alla lotta delle donne contro la discriminazione e la violenza di genere. Senza di voi, le soluzioni saranno solo palliative. Il binarismo di genere è un problema che riguarda tutti, e solo insieme possiamo superarlo.
Abbiate il coraggio di sfidare le norme sociali e di mettere in discussione i vostri privilegi. Agite con determinazione per creare un mondo in cui tutte le persone, indipendentemente dal loro genere, possano esprimersi liberamente e realizzare il proprio potenziale.

#CoproIMieiCapezzoli: un gesto di sfida e solidarietà
#CoproIMieiCapezzoli è un'azione simbolica che sfida le norme sociali e i doppi standard che regolano la rappresentazione del corpo. È un gesto di riappropriazione del proprio corpo e della propria sessualità, che mette in discussione l'idea che i capezzoli femminili debbano essere censurati o sessualizzati nello spazio pubblico.
Usciamo allo scoperto, insieme! In spiaggia, in piscina, in palestra o ovunque vi troviate, unitevi alle donne in questa sfida. Con il vostro “bikini” o altro indumento, coprite i capezzoli: sarà un potente messaggio di solidarietà. Un gesto ironico che svela l'assurdità della censura applicata ai corpi femminili e rivendica il diritto di tutti a una libera espressione corporea.
L'iniziativa #CoproIMieiCapezzoli è un volano per il cambiamento. Non solo un gesto simbolico, ma un'azione concreta che ha il potenziale per generare un impatto reale sulla percezione dei corpi e sulla promozione di una cultura più inclusiva e rispettosa.

#PugnoArancionePerLeDonne: uniamoci contro la violenza
L'hashtag #PugnoArancionePerLeDonne è il nostro grido di battaglia contro il sessismo, il maschilismo e il patriarcato, sistemi oppressivi che limitano la libertà e il potenziale di tutti. Il colore arancione, simbolo di forza e giustizia, ci ricorda che il cambiamento è possibile, ma richiede un impegno attivo e costante.
Queste due azioni, #CoproIMieiCapezzoli e #PugnoArancionePerLeDonne, si uniscono in una lotta comune per l'uguaglianza e la libertà di espressione.

Perché partire dalla moda?
La moda, con la sua ostentazione di corpi e abiti, è un campo di battaglia per la conquista della parità. Uomini, protagonisti del cambiamento, abbiamo visto come possiamo sfidare gli stereotipi di genere coprendo i nostri capezzoli. Questo gesto simbolico mette in luce l'ipocrisia di un sistema che censura il corpo femminile e sessualizza quello maschile, perpetuando una visione distorta del genere.
Ma la lotta per una maggiore inclusività deve andare oltre. La moda può essere uno strumento di cambiamento potente e veloce. È un settore malleabile, dove le tendenze si evolvono rapidamente e dove le nuove idee possono affermarsi con forza.
La #GenderlessFashion, con la sua visione libera e rispettosa del corpo, a prescindere dal genere, è un passo nella giusta direzione. Ma non basta. Il vero cambiamento avverrà quando tutti si sentiranno liberi di indossare ciò che desiderano, senza essere giudicati. E questo significa andare oltre la semplice proposta di abiti unisex. Uomini che indossano abiti "da donna" e donne che indossano abiti "da uomo" dovrebbero essere la norma, non l'eccezione. Solo così potremo dire di aver superato il binarismo di genere nella moda e di aver creato uno spazio veramente inclusivo.
Le case di moda hanno una grande responsabilità: promuovere la #GenderlessFashion con modelli magrissimi è un controsenso e un affronto al #BodyPositivity. Inoltre, la moda non deve essere un privilegio di pochi. È necessario combattere la #FastFashion e promuovere un'industria più equa e sostenibile, che renda l'abbigliamento accessibile a tutti, indipendentemente dal loro reddito.
La moda deve superare l'ipocrisia e l'indifferenza e impegnarsi concretamente per un'inclusione reale, un'inclusione che abbracci non solo il genere, ma anche l'aspetto fisico e la condizione economica.

Parità di Genere nello Sport: Una Necessità Improrogabile
La lotta per l'uguaglianza deve essere trasversale a tutti gli ambiti, a partire dallo sport. È inaccettabile che persistano disparità di trattamento basate sul genere, come l'obbligo per le donne di coprire il seno, particolarmente evidente negli sport acquatici, mentre spesso gli uomini si allenano e gareggiano a torso nudo. Questa disparità di trattamento non solo è discriminatoria, ma rivela anche una profonda ipocrisia e un'anacronistica sessualizzazione del corpo femminile.
Ma anche in altre discipline, tra cui il culturismo, il binarismo di genere è ancora profondamente radicato. Ad esempio, le categorie di gara sono spesso divise in base al sesso, e gli ideali di bellezza promossi possono essere molto rigidi e stereotipati, sia per gli uomini che per le donne.
Lo sport, come la società nel suo complesso, dovrebbe essere un luogo di inclusione e pari opportunità, dove la libertà di espressione corporea non sia soggetta a discriminazioni di genere. È tempo di abbandonare questi retaggi del passato e di permettere a tutti gli atleti e le atlete di gareggiare e allenarsi in modo confortevole e dignitoso, senza imposizioni o censure basate sul genere.

La danza: un'arte da liberare dagli stereotipi di genere
Anche la danza, lungi dall'essere un'arte 'neutrale', rivela un binarismo di genere ancora profondamente radicato, che ne mina l'essenza stessa di libertà e di espressione. L'abbigliamento stesso dei danzatori ne è un esempio lampante: mentre il ballerino si esibisce spesso a petto nudo, la ballerina è tenuta a coprire il proprio corpo. Questa disparità, insieme a molte altre convenzioni e stereotipi, limita il potenziale creativo e espressivo di danzatori e danzatrici, perpetuando ruoli di genere rigidi e discriminatori.
Ma il binarismo di genere nella danza si manifesta anche in altri modi, più sottili e pervasivi, come stili di danza, ruoli, movimenti e linguaggio.
È tempo di un profondo cambiamento culturale nel mondo della danza, che riconosca e valorizzi la diversità di genere e che permetta a ogni individuo di esprimersi liberamente, senza costrizioni né pregiudizi. Solo così la danza potrà realizzare pienamente il suo potenziale di arte liberatoria e trasformativa.

La parità di genere: una priorità per lo Stato
La parità di genere è una priorità fondamentale, anche per lo Stato Italiano. Non si tratta solo di un principio di giustizia e di uguaglianza, ma di un obiettivo che porta benefici concreti a tutta la società: maggiore giustizia sociale, sviluppo economico, benessere e qualità della vita, riduzione della violenza.
Per raggiungere la piena parità di genere, però, non basta la semplice uguaglianza formale. È necessario che lo Stato si faccia promotore di un cambiamento culturale profondo, che abbatta gli stereotipi di genere e crei le condizioni per una vera uguaglianza di opportunità, a partire da una maggiore rappresentanza femminile nei luoghi decisionali. Per raggiungere questo obiettivo ambizioso, è necessario che lo Stato italiano riaffermi con forza la propria laicità e la propria autonomia decisionale in materia di diritti civili e di uguaglianza di genere, pur riconoscendo il ruolo storico e culturale della Chiesa cattolica in Italia.
Mentre in ambiti come la moda, lo sport, i media e l'educazione si registrano segnali di un crescente impegno per superare il binarismo di genere, è importante riconoscere che la strada da percorrere è ancora lunga e che le resistenze al cambiamento sono ancora forti. Proprio per questo, è urgente che la politica si assuma le sue responsabilità e si faccia promotrice di un cambiamento reale, favorendo e accelerando la transizione verso una società più equa e inclusiva

La tua voce conta, uomini!
L'Islanda ci ha mostrato la via. Ora tocca all'Italia raccogliere la sfida e puntare al 100% di parità di genere.
Ma non illudiamoci che basti una legge o un decreto per eliminare secoli di disuguaglianze e stereotipi.
Il cambiamento deve partire da noi, da ogni singola persona.

Cosa puoi fare tu, nel tuo piccolo, per contribuire a questo cambiamento?
• Metti in discussione i tuoi pregiudizi: rifletti sui tuoi modi di pensare e di agire, e cerca di superare gli stereotipi di genere.
• Fai sentire la tua voce: parla di parità di genere con i tuoi amici, familiari e colleghi. Condividi il tuo impegno sui social media.
• Sostieni le organizzazioni che si battono per l'uguaglianza: donando il tuo tempo o le tue risorse.
• Educa le nuove generazioni: trasmetti ai bambini e ai ragazzi i valori del rispetto, dell'inclusione e della libertà.
• Sii un esempio positivo: comportati in modo equo e rispettoso verso tutte le persone, indipendentemente dal loro genere.

Il cambiamento parte da ognuno di noi. Insieme, possiamo creare un'Italia e un mondo migliore, dove la parità di genere sia una realtà e non più un sogno.

Giovanni Peroncini