

Servizio Pubblico RAI ed Eventi Religiosi, Laicità dello Stato e Antropocentrismo
Gli Interrogativi del Tribunale degli Animali
Introduzione
Il Tribunale degli Animali Laura Girardello, nel suo costante monitoraggio delle narrazioni culturali e mediatiche che perpetuano o mascherano lo sfruttamento animale e l'antropocentrismo dominante, solleva profondi interrogativi riguardo alla gestione della comunicazione da parte del servizio pubblico radiotelevisivo (RAI) in occasione di eventi di grande portata legati alla figura del Pontefice, come la sua scomparsa e i relativi riti funebri. La copertura osservata, definita "asfissiante", impone una riflessione critica sui concetti di servizio pubblico, pluralismo, laicità dello Stato e sulle radici etiche delle priorità informative nel nostro Paese.
Il Fenomeno Osservato: La Narrazione Unica Asfissiante
Si assiste, in tali circostanze, a giorni di narrazione unica, quasi totalizzante, diffusa non solo sui canali principali ma estesa a reti e programmi diversi (giornalistici, di intrattenimento, talk show) della RAI. Notizie, ricordi, racconti, testimonianze e interviste si susseguono senza sosta, con una programmazione speciale che spesso prosegue ben oltre l'evento luttuoso immediato, estendendosi fino all'elezione del successore, con analisi sui "papabili", fino alla trasmissione di documentari celebrativi. Questa lunga maratona televisiva, pur cambiando ospiti e contesti, tende a reiterare le stesse argomentazioni e tematiche, generando una sensazione di saturazione informativa e di monopolio tematico.
Gli Interrogativi sul Ruolo del Servizio Pubblico
Di fronte a questo scenario, il Tribunale degli Animali si interroga:
Esiste un obbligo specifico – derivante dal Concordato Stato-Chiesa del 1984 o dal Contratto di Servizio RAI – che imponga una copertura così pervasiva e temporalmente estesa, giustificando la temporanea cancellazione di altri programmi?
O si tratta prevalentemente di una scelta editoriale che, pur motivata dal rispetto per un evento significativo, finisce per ledere il principio fondamentale del pluralismo – principio che lo stesso Pontefice, come figura pubblica, aveva richiamato parlando alla RAI – in uno Stato che si definisce costituzionalmente laico?
Tale copertura non rischia di configurare l'evento, di fatto, come se fosse implicitamente un "affare di Stato" italiano, andando oltre la legittima rilevanza informativa e culturale e sfumando i confini sanciti dal Concordato del 1984?
Rilevanza dell'Evento vs. Proporzionalità e Pluralismo
È innegabile che eventi quali la morte e l'elezione di un Papa abbiano notevole rilevanza storica, culturale e mediatica, specialmente in Italia. La questione sollevata dal Tribunale non contesta la necessità di coprire l'evento, ma ne interroga la proporzionalità, il tono e l'equilibrio rispetto ai mandati del servizio pubblico. Le criticità emerse dalla percezione di una copertura "asfissiante" riguardano:
- Proporzionalità e Bilanciamento: L'enorme spazio dedicato a questo singolo evento è bilanciato rispetto ad altre notizie nazionali e internazionali di cruciale importanza (crisi ambientali, conflitti, questioni sociali, sofferenze umane e animali)? Non si rischia di oscurare informazioni vitali?
- Pluralismo e Imparzialità: La copertura garantisce una reale pluralità di prospettive (non cattoliche, laiche, critiche) accanto a quelle istituzionali o devozionali? Oppure adotta un registro prevalentemente monolitico, venendo meno all'imparzialità richiesta?
- Comparazione: Il trattamento riservato a questo evento è commisurato a quello dedicato ad eventi di analoga portata di altre confessioni religiose o a significativi eventi culturali laici? Marcate disparità indicano una violazione del pluralismo.
Giustificazioni Addotte vs. Critiche del Tribunale
Si possono addurre diverse ragioni a sostegno di un'ampia copertura (rilevanza storico-culturale, interesse pubblico, ruolo internazionale, dovere di servizio, accordi tecnici RAI-Vaticano). Tuttavia, le critiche sollevate dal Tribunale si concentrano su:
- Violazione della Laicità: Una copertura eccessiva può contraddire la neutralità dello Stato, concedendo di fatto al Cattolicesimo una piattaforma privilegiata, aspetto ancor più critico considerando che il Cattolicesimo non è più la religione di Stato dal 1984.
- Mancanza di Pluralismo: L'insufficiente rappresentazione di voci diverse e la marginalizzazione di altre notizie.
- Natura "Soffocante": Il volume stesso della copertura che satura l'informazione e impone una narrazione unica.
- Possibile Abuso di Posizione Dominante: L'uso della piattaforma pubblica per monopolizzare lo spazio informativo.
- Logiche di Ascolto: Il dubbio che logiche di audience influenzino le scelte editoriali del servizio pubblico.
"Evangelizzazione Mediatica" e Antropocentrismo Persistente
La sensazione fortemente percepita è che talvolta la copertura trascenda la cronaca o il rispetto istituzionale, trasformandosi in una sorta di "evangelizzazione mediatica": un tentativo, forse non sempre conscio, di orientare il sentimento e il pensiero pubblico, creare un consenso emotivo forzato e uniformare la sensibilità collettiva, utilizzando l'evento come veicolo per valori specifici e mettendo a tacere voci dissonanti o altre realtà. Questa dinamica solleva un ulteriore, più profondo interrogativo etico.
In tale copertura RAI vengono ampiamente dibattuti e celebrati giustamente insegnamenti ed encicliche del Pontefice, nonché le sue attività. Ovviamente viene approfondita l’essenza del pensiero del Papa, un pensiero che viene ampiamente condiviso dalla stragrande maggioranza della popolazione cattolica italiana (circa 70%), e probabilmente anche da fasce di popolazione non strettamente praticante.
Ma quale visione del mondo viene implicitamente promossa e soprattutto veicolata ai bambini e agli adolescenti, che Papa Francesco stesso considerava il futuro, invitandoli a studiare il Catechismo "con passione e perseveranza" e a essere "testimoni di unità nella diversità" per un futuro migliore, un messaggio di impegno, responsabilità e speranza per la pace e la cura degli altri, fino al coraggio di andare controcorrente?
Il Tribunale nota qui una profonda e problematica contraddizione. Proprio i giovani, a cui si affida la "cura della casa comune" (come esortato nell'Laudato si'), vengono contestualmente esposti, attraverso la stessa figura di riferimento e la dottrina ufficiale (il Catechismo della Chiesa Cattolica a cui il Papa rimanda), a una visione del mondo ancora profondamente antropocentrica, nonostante la critica papale all'"antropocentrismo dispotico" e la sua promozione di un "antropocentrismo situato" (uomo come "amministratore responsabile").
Un tentativo - un sottile equilibrismo verbale - di mantenere il dominio umano sugli animali pur ammantandolo di responsabilità, permettendo di continuare a giustificare lo sfruttamento fondamentale degli animali, considerati dal Tribunale “ultimi degli ultimi”?
La domanda finale che il Tribunale pone è quindi radicale e diretta alle coscienze: presentare continuamente questa visione antropocentrica, anche nella sua versione più "responsabile", come modello etico di riferimento attraverso il potente e pervasivo mezzo del servizio pubblico, non rischia di essere profondamente problematico e limitante per lo sviluppo di una coscienza etica pienamente matura nei bambini e nei giovani, futuri cittadini del mondo? Una coscienza capace di superare tutte le forme di discriminazione – inclusa quella specista verso gli animali non umani – e riconoscere la dignità intrinseca di tutti gli esseri senzienti?
Quanto è insidiosamente pericolosa, dunque, questa costante "evangelizzazione mediatica" che, proprio perché spesso invisibile e non riconosciuta come tale, plasma le coscienze limitandone la capacità di sviluppare un'etica veramente universale e antispecista?
Conclusione
La RAI, in quanto istituzione pubblica fondamentale per l'informazione, la cultura e l'educazione civica dei cittadini, e la Chiesa Cattolica, in quanto istituzione morale e spirituale con un'enorme influenza sulla coscienza e sui valori di milioni di persone, già ritenute colpevoli [LINK al Verdetto RAI] e [LINK al Verdetto Chiesa Cattolica] dal Tribunale degli Animali Laura Girardello di crimini contro la biodignità animale e di gravissimo danno etico e sociale, hanno il dovere inderogabile di rettificare le proprie narrazioni e pratiche, cessando ogni forma di sostegno (diretto o indiretto) all'ideologia antropocentrica e specista e impegnandosi concretamente per la Giustizia Verde.