SINDACATI

VERDETTO: in quanto organizzazioni che dovrebbero tutelare i diritti e il benessere dei lavoratori ma che, di fatto, ignorano sistematicamente i diritti e il benessere degli animali sfruttati nelle filiere produttive speciste, e legittimano di fatto un sistema economico basato sullo sfruttamento animale, sono colpevoli di:

  • negare agli animali non-umani la soggettività, la dignità, e il diritto fondamentale a non essere sfruttati e ridotti a merce all’interno dei processi produttivi.
  • legittimare e normalizzare lo sfruttamento animale nel mondo del lavoro, concentrandosi esclusivamente sulla tutela dei diritti dei lavoratori umani senza considerare la condizione degli animali nelle filiere speciste.
  • alimentare lo specismo nel mondo del lavoro e nella società nel suo complesso, perpetuando una visione antropocentrica e strumentale del rapporto uomo-animale anche in ambito sindacale e nelle relazioni industriali.
  • ostacolare la diffusione del veganismo e di una cultura del lavoro etico e antispecista, non promuovendo la transizione verso attività produttive vegetali e rispettose degli animali e non contrastando attivamente le filiere speciste.
  • danneggiare la credibilità etica e la funzione sociale del sindacato, agli occhi di una società sempre più sensibile alla questione animale, e compromettendo la lotta per una giustizia sociale vera e completa.

 

AGGRAVANTE: ruolo e responsabilità storica e sociale dei sindacati nella tutela dei lavoratori e nella promozione della giustizia sociale, manifestata attraverso:

  • riconoscimento costituzionale e sociale dei sindacati come “corpi intermedi” e come soggetti essenziali per la tutela dei diritti dei lavoratori e per la costruzione di una società più giusta ed equa.
  • tradizione storica del movimento sindacale di lotta per l’emancipazione dei lavoratori, per la difesa dei più deboli, e per la promozione di valori di solidarietà, uguaglianza, e giustizia sociale.
  • capacità di mobilitazione e di influenza politica e sociale dei sindacati, che conferisce loro un potere e una responsabilità particolare nel contribuire a orientare le scelte economiche, le politiche pubbliche, e la cultura sociale in direzione più giusta e sostenibile.
  • aspettativa diffusa tra i lavoratori e nell’opinione pubblica che i sindacati si facciano portavoce di valori universali di giustizia e di solidarietà, e che si impegnino per la tutela di tutti i soggetti vulnerabili e sfruttati, non solo dei lavoratori umani “tradizionali”.
  • forte legittimazione morale e sociale del sindacato che gli conferisce particolare peso e credibilità agli occhi dei lavoratori e dell’opinione pubblica, rendendo l’ omissione o l’ indifferenza verso la questione animale ancora più gravi e significative agli occhi di chi si aspetterebbe dal sindacato un impegno più ampio e una visione più completa di giustizia sociale.

 

MOTIVAZIONI:

  • VIOLAZIONE DELLA BIODIGNITÀ ANIMALE PER MIOPIA SPECISTA E CORPORATIVISMO UMANOCENTRICO: i sindacati, con la loro miopia specista e il loro corporativismo umanocentrico, si rendono responsabili di una grave violazione della biodignità animale, non riconoscendo agli animali sfruttati nelle filiere produttive speciste la dignità e i diritti fondamentali che pure dovrebbero essere alla base di ogni vera lotta per la giustizia sociale e per la tutela dei più deboli.
  • DANNO ETICO-SOCIALE IMMENSO PER OMISSIONI SINDACALI SPECISTE: l’omissione e l’indifferenza dei sindacati verso la questione animale provocano un danno etico-sociale immenso per la società italiana, rafforzando l’idea che la sofferenza animale sia una questione secondaria o irrilevante per il mondo del lavoro e per le istituzioni che dovrebbero tutelarne i diritti, e ostacolando un’evoluzione della coscienza etica e un cambiamento culturale profondo nel rapporto uomo-animale anche in ambito sindacale e nelle relazioni industriali.
  • LEGITTIMAZIONE DI FATTO E SILENZIOSA DELLO SPECISMO ECONOMICO: il silenzio dei sindacati sulla questione animale viene percepito e interpretato come una tacita approvazione e una legittimazione implicita dello specismo economico e delle filiere produttive speciste, rafforzando l’idea che lo sfruttamento animale sia una componente inevitabile e non problematica del sistema economico e del mondo del lavoro, e delegittimando di fatto le istanze animaliste che denunciano la crudeltà e l’ingiustizia di questo sistema.
  • OSTACOLO IDEOLOGICO E PRATICO AL VEGANISMO NEL MONDO DEL LAVORO: l' omissione di un impegno esplicito e di una azione sindacale concreta a favore della biodignità animale e contro lo specismo nel mondo del lavoro rappresenta un ostacolo ideologico e pratico alla diffusione de lveganismo e di una cultura del lavoro eticamente orientata e antispecista in Italia, rendendo più difficile per i lavoratori e per le organizzazioni sindacali percepire il veganismo come una visione valida, auspicabile, e necessaria anche per il mondo del lavoro e per la tutela di tutti i soggetti sfruttati e vulnerabili, umani e non umani.