Barbie, Ken e il Doppio Standard: Come i Giocattoli Insegnano la Logica del Dominio

La notizia che Mattel abbia creato una Barbie con diabete di tipo 2 è un segnale, apparentemente positivo, di una maggiore attenzione all'inclusività. Eppure, questa lodevole iniziativa non scalfisce un problema molto più profondo e radicato che il mondo dei giocattoli, con Barbie e Ken come suoi sovrani indiscussi, perpetua da decenni. È un problema che il Tribunale degli Animali Laura Girardello sente il dovere di smascherare: il plagio culturale imposto fin dall'infanzia.

L'Evidenza sulla Spiaggia di Plastica: Ken a Petto Nudo, Barbie in Bikini

Pensiamo a qualsiasi set da spiaggia di Barbie e Ken. La scena è quasi sempre la stessa: Ken è a petto nudo, con i suoi capezzoli di plastica esposti senza che nessuno se ne scandalizzi. Il suo corpo è la norma, è libero. Barbie, invece, indossa sempre un bikini, un costume due pezzi. Il suo petto è coperto, il suo corpo è regolamentato.

Cosa insegna questa immagine, ripetuta milioni di volte nelle camerette di tutto il mondo? Insegna, in modo silenzioso e potentissimo, la stessa lezione che osserviamo nel mondo degli adulti:

  • Il corpo maschile è lo standard neutro, la cui esposizione è normale e priva di connotazioni sessuali.
  • Il corpo femminile è "altro", un corpo che deve essere controllato, coperto, e la cui esposizione è sempre soggetta a regole e a un potenziale giudizio.

Il bambino che gioca con Ken e Barbie non sta solo giocando. Sta assorbendo e interiorizzando la radice stessa del binarismo di genere e del privilegio maschile. Sta imparando, senza che nessuna parola venga detta, che esistono corpi di Serie A (liberi) e corpi di Serie B (controllati).

Altri Esempi: Action Figure vs. Bambole

Questa logica non si limita a Barbie e Ken. Si estende a gran parte del mondo dei giocattoli:

  • Action Figure Maschili (es. He-Man, Big Jim, supereroi vari): Sono quasi sempre rappresentati a torso nudo o con costumi che ne esaltano la muscolatura e la potenza fisica. Sono corpi che agiscono, che combattono, che dominano.
  • Bambole Femminili (es. Winx, Bratz, principesse Disney): Sono quasi sempre vestite, spesso con abiti elaborati che ne definiscono il ruolo (la principessa, la fata, la popstar). Il loro corpo è spesso uno strumento per essere "belle", per essere vestite e svestite, un oggetto di cura e di estetica.

Dal Gioco al Piatto: Il Doppio Plagio Culturale

Questo condizionamento culturale non si ferma ai giocattoli. Esso trova il suo perfetto e tragico parallelo nell'alimentazione carnista imposta dagli adulti e dal sistema fin dall'anno zero. Così come al bambino viene presentato un mondo di giocattoli dove la gerarchia di genere è la "normalità", allo stesso modo, fin dallo svezzamento, gli viene presentata la Tanatodossìa Alimentare come l'unica opzione "normale". Il consumo di carne, latte e uova viene imposto come una necessità naturale e indiscutibile, senza mai offrire un'alternativa o svelare la violenza che si cela dietro quei prodotti.

Il bambino impara così, contemporaneamente, due lezioni fondamentali della logica del dominio: che un genere ha più potere di un altro, e che una specie (la nostra) ha il diritto assoluto di dominare, sfruttare e uccidere tutte le altre.

Conclusione: Le Conseguenze del Condizionamento

I giocattoli non sono innocenti. L'alimentazione imposta non è innocente. Sono tra i più potenti strumenti di condizionamento culturale. Insegnando ai bambini, fin dalla più tenera età, che esistono gerarchie di potere tra i corpi e tra le specie, essi creano il terreno fertile per l'accettazione di ogni altra forma di gerarchia e dominio.

La logica che permette di accettare come "normale" che Ken sia a petto nudo e Barbie no, è la stessa identica logica che, una volta cresciuti, ci permetterà di accettare come "normale" che un uomo abbia più libertà di una donna, o che un essere umano abbia il diritto di sfruttare e uccidere un animale non umano.

Il Tribunale denuncia quindi il mondo dei giocattoli tradizionali e il sistema alimentare carnista come due facce dello stesso, insidioso veicolo della logica del dominio, un sistema che insegna la discriminazione prima ancora che i bambini imparino a leggerla.