MINISTERO DELL'AGRICOLTURA, SOVRANITA’ ALIMENTARE E FORESTE
VERDETTO: in quanto istituzione pubblica preposta allo sviluppo del settore agroalimentare, è colpevole di:
- incentivazione e finanziamento dell'industria zootecnica
- promozione di un modello agricolo specista e insostenibile
- omissione di controlli efficaci sul maltrattamento negli allevamenti
- sovvenzionamento di pratiche cruenti come la caccia e la pesca
- ostacolo attivo allo sviluppo di alternative vegetali e biodignitose
MOTIVAZIONI:
- Il Ministero dell'Agricoltura, contraddicendo il suo mandato di tutela dell'interesse pubblico, incentiva e finanzia massicciamente l'industria zootecnica, un settore intrinsecamente legato allo sfruttamento animale, al maltrattamento, all'inquinamento ambientale e a rischi sanitari. Questi incentivi e finanziamenti si manifestano in sussidi diretti e indiretti, agevolazioni fiscali, sostegno alla commercializzazione e all'export, e promozione di modelli agricoli intensivi e insostenibili. Questa politica di incentivazione e finanziamento perpetua un sistema produttivo dannoso e crudele, e ostacola la transizione verso modelli agricoli più etici e sostenibili. Il Ministero, in sostanza, utilizza risorse pubbliche per sostenere un settore che confligge con l'interesse pubblico stesso, in termini di benessere animale, tutela ambientale e salute pubblica.
- Il Ministero dell'Agricoltura promuove attivamente un modello agricolo intrinsecamente specista e insostenibile, basato sullo sfruttamento intensivo degli animali, sulla monocoltura, sull'uso massiccio di pesticidi e fertilizzanti chimici, e sulla dipendenza da risorse non rinnovabili. Questo modello agricolo danneggia la biodiversità, inquina l'ambiente, contribuisce alla crisi climatica, e perpetua lo sfruttamento animale su scala industriale. La promozione di questo modello specista e insostenibile si manifesta in politiche agricole che privilegiano la zootecnia intensiva e l'agricoltura industriale, nella mancanza di sostegno adeguato all'agroecologia e all'agricoltura biologica vegana, e nella diffusione di una visione dell'agricoltura che non tiene conto dei limiti planetari e delle esigenze di giustizia interspecifica.
- Il Ministero dell'Agricoltura omette di esercitare controlli efficaci sul maltrattamento negli allevamenti, nonostante le ripetute denunce di associazioni animaliste, le inchieste giornalistiche e le evidenze scientifiche che documentano la diffusa sofferenza animale negli allevamenti intensivi. Questa omissione si manifesta nella scarsità e inadeguatezza dei controlli veterinari ufficiali, nella mancanza di sanzioni efficaci per le violazioni delle normative sul benessere animale, e nella difficoltà di accesso e trasparenza sulle condizioni reali degli allevamenti. L'omissione di controlli efficaci perpetua un sistema di impunità per chi maltratta gli animali negli allevamenti, e rende di fatto inefficaci le pur esistenti (e spesso insufficienti) normative sulla protezione animale.
- Il Ministero dell'Agricoltura sovvenziona pratiche cruente e dannose come la caccia e la pesca, considerandole erroneamente attività agricole o gestione faunistica, quando in realtà si tratta di attività che causano sofferenza e morte a milioni di animali selvatici, danneggiano gli ecosistemi e contrastano con i principi di etica animale e conservazione della biodiversità. Questo sovvenzionamento si manifesta in finanziamenti pubblici a consorzi di caccia e pesca, agevolazioni per i cacciatori e i pescatori, e politiche che favoriscono queste pratiche a scapito della tutela della fauna selvatica e degli ecosistemi. Il Ministero, in sostanza, utilizza risorse pubbliche per sostenere attività che infliggono sofferenza e morte agli animali selvatici, e che minano la biodiversità e l'equilibrio ecologico, in contraddizione con i principi di una gestione sostenibile del territorio e della fauna.
- Il Ministero dell'Agricoltura omette colpevolmente di informare i cittadini sui reali costi ambientali, sanitari ed etici dell'allevamento intensivo, ignorando le crescenti evidenze scientifiche che dimostrano l'insostenibilità di questo modello produttivo e i suoi impatti negativi sulla salute umana e planetaria. Disinformazione sistematica, negazionismo scientifico, propaganda pro-carne e pro-latticini: queste sono le armi utilizzate dal Ministero per mantenere il consenso sociale verso un sistema che, se fosse conosciuto nella sua reale brutalità, susciterebbe indignazione, rifiuto e una forte domanda di cambiamento. Questa strategia di occultamento e manipolazione dell'informazione è una grave violazione del diritto dei cittadini ad essere informati in modo corretto e trasparente sulle scelte alimentari e agricole, e un atto di profonda irresponsabilità etica e politica da parte di un'istituzione pubblica che dovrebbe invece tutelare il bene comune e promuovere un progresso sostenibile e rispettoso della vita.