PUBBLICITÀ
VERDETTO: in quanto fondazione e veicolo culturale di un ordine economico e comunicativo ingiusto e specista, si rende colpevole di:
- Negare agli animali la soggettività, la voce, e la dignità fondamentale
- Legittimare e normalizzare lo sfruttamento animale a fini commerciali e di profitto
- Alimentare lo specismo
- Ostacolare la consapevolezza etica
- Danneggiare la società nel suo complesso.
AGGRAVANTE:
- PUBBLICITÀ DIRETTAMENTE INGANNEVOLE e MENZOGNERA che diffonde notizie false o fuorvianti sulle realtà dello sfruttamento animale (ad esempio, pubblicità che mostrano immagini idilliache di allevamenti intensivi, che descrivono prodotti animali come naturali, genuini, sostenibili, eticamente corretti, quando in realtà non lo sono o che nascondono le realtà cruente degli allevamenti intensivi, dei macelli, della sperimentazione animale, ecc.).
- AGGRAVANTE perché: la menzogna diretta e l'inganno volontario sono particolarmente riprovevoli eticamente e minano alla base la possibilità di un consumo consapevole e etico da parte dei cittadini.
- PUBBLICITÀ CHE UTILIZZA IMMAGINI O MESSAGGI PARTICOLARMENTE CRUENTI, VIOLENTI, DISSACRANTI, O IRRISPETTOSI NEI CONFRONTI DEGLI ANIMALI, che li ridicolizzano, li sfruttano, li presentano come oggetti di divertimento o di consumo disinvolto, che istigano alla violenza o alla indifferenza verso la sofferenza animale.
- AGGRAVANTE perché: l'utilizzo della violenza, della crudeltà, della dissacrazione, dell'irriverenza nei messaggi pubblicitari dimostra una profonda mancanza di rispetto per la biodignità animale e contribuisce ad abituare le persone alla desensibilizzazione verso la sofferenza altrui.
- PUBBLICITÀ RIVOLTA A TARGET VULNERABILI, COME BAMBINI, ANZIANI, PERSONE MALATE, O PERSONE CON DIFFICOLTÀ CULTURALI O ECONOMICHE, che possono essere più facilmente manipolate e ingannate dai messaggi pubblicitari specisti.
- AGGRAVANTE perché: sfruttare la vulnerabilità di categorie fragili della popolazione per promuovere lo sfruttamento animale è particolarmente riprovevole eticamente e dimostra una totale mancanza di scrupoli e di responsabilità sociale da parte degli inserzionisti.
- PUBBLICITÀ CHE UTILIZZA TESTIMONIAL FALSI O FUORVIANTI, che attribuiscono a persone non vegane o non animaliste una credibilità e un'autorità impropria nel promuovere prodotti o servizi legati allo sfruttamento animale, nascondendo o sottovalutando la voce e le testimonianze di persone vegane e animaliste che hanno una maggiore competenza e legittimità nel parlare di questioni etiche legate agli animali.
- AGGRAVANTE perché: utilizzare testimonial falsati e silenziare le voci autentiche di chi difende gli animali è una forma di manipolazione della verità e di censura inaccettabile che ostacola il dibattito pubblico aperto e la libera espressione delle opinioni in ambito animalista.
- PUBBLICITÀ CHE PROMUOVE PRODOTTI O SERVIZI DERIVANTI DA FORME DI SFRUTTAMENTO ANIMALE PARTICOLARMENTE CRUDELI E VIOLENTE (ad esempio, pubblicità di pellicce, di circhi con animali, di allevamenti intensivi estremi, di sperimentazione animale invasiva, ecc.).
- AGGRAVANTE perché: promuovere forme di sfruttamento animale particolarmente crudeli dimostra una maggiore indifferenza e crudeltà da parte degli inserzionisti e rende più grave la violazione della biodignità animale e il danno sociale causato dalla pubblicità specista.
- PUBBLICITÀ CHE NON RISPETTA LE NORMATIVE ESISTENTI IN MATERIA DI PUBBLICITÀ INGANNEVOLE, PUBBLICITÀ SUBLIMINALE, PUBBLICITÀ MENZOGNERA, PUBBLICITÀ OCCULTA, o che viola altre leggi e regolamenti vigenti in materia di comunicazione e di tutela dei consumatori.
- AGGRAVANTE perché: la violazione delle leggi dimostra una volontà deliberata di ingannare i cittadini e di sfruttare le lacune del sistema giuridico per promuovere lo sfruttamento animale in modo illecito e immorale.
MOTIVAZIONI:
- VIOLAZIONE SISTEMATICA DELLA BIODIGNITÀ ANIMALE: la pubblicità italiana nega sistematicamente la biodignità animale riducendo gli animali a oggetti pubblicitari, strumenti di marketing, pupazzi inanimati, mezzi per vendere, ecc., sottraendoli alla sfera del rispetto etico e della considerazione morale, e legittimando il loro utilizzo, la loro reificazione, e la loro sfruttabilità a fini commerciali e di profitto economico.
- DANNO SOCIALE IMMENSO: la pubblicità italiana contribuisce in modo determinante a perpetuare lo sfruttamento animale, a mantenere vivo lo specismo, a ostacolare la diffusione della consapevolezza etica, a legittimare pratiche crudeli e insostenibili, e a provocare un danno sociale immenso che si ripercuote sull' etica pubblica (banalizzazione della sofferenza, insensibilità, egoismo, ecc.), sulla cultura (specismo interiorizzato, pregiudizi, stereotipi, ecc.), sulla psicologia (rimozione della compassione, alienazione, disumanizzazione, ecc.), sulla pace sociale (conflitti tra consumatori e animalisti, ecc.), sulla credibilità etica delle aziende (greenwashing, marketing ingannevole, ecc.), e sulla qualità della vita per tutti.
- UTILIZZO SPECISTA DEI LINGUAGGI PUBBLICITARI COME ALIBI SPECISTA: la pubblicità italiana utilizza la forza persuasiva dei linguaggi pubblicitari come alibi specista per giustificare lo sfruttamento animale, presentandolo come atto innocuo, divertente, simpatico, naturale, tradizionale, seducente, e nascondendo dietro la patina glamour della pubblicità la realtà cruenta della sofferenza animale e la gravità etica della scelta di sfruttare gli animali a fini commerciali.
- OSTACOLO ALLA DIFFUSIONE DELLA CONSAPEVOLEZZA ETICA E DEL VEGANISMO: la pubblicità italiana, con la sua forte pervasività e potenza persuasiva, rappresenta un potente ostacolo alla diffusione della consapevolezza etica e delveganismo in Italia, percepiti come antitetici rispetto ai valori del consumismo e del materialismo, e rendendo la sceltaveganauna opzione difficile, non attraente, non riconosciuta, o persino derisa nel contesto culturale e sociale italiano.