MEDIA PRIVATI
VERDETTO: in quanto principali veicoli di informazione e comunicazione di massa in un sistema specista, si rende colpevole di:
- omissione sistematica di informazioni sulla realtà dello sfruttamento animale
- diffusione di messaggi e contenuti specisti e antropocentrici
- prioritizzazione dell'interesse umano rispetto alla sofferenza animale nella narrazione mediatica
- esclusione o marginalizzazione delle voci e delle prospettive etico-animaliste
- consolidamento di una visione specista e inadeguata del rapporto uomo-animale
MOTIVAZIONI:
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OMISSIONE SISTEMATICA DI INFORMAZIONI SULLA REALTÀ DELLO SFRUTTAMENTO ANIMALE: I media privati omettono sistematicamente di informare il pubblico sulla realtà dello sfruttamento animale, censurando o minimizzando le immagini, le notizie, le inchieste, le testimonianze che rivelano la sofferenza e la crudeltà inflitta agli animali negli allevamenti intensivi, nei macelli, nei laboratori, nei circhi, negli zoo e in tutte le altre industrie che sfruttano gli animali per profitto. Questa omissione strategica è una forma di complicità attiva con lo specismo, in quanto impedisce ai cittadini di conoscere la verità su ciò che si cela dietro i prodotti animali e le pratiche speciste, ostacolando la formazione di una coscienza critica e antispecista e perpetuando l'ignoranza e l'indifferenza verso la questione animale. La mancanza di inchieste approfondite e regolari sullo stato del benessere animale negli allevamenti, la rarità di servizi giornalistici che mostrino le condizioni reali di vita e di morte degli animali sfruttati, la scarsità di documentari e programmi televisivi che affrontino in modo serio e documentato il tema dello specismo e dello sfruttamento animale: sono solo alcune delle manifestazioni di questa omissione sistematica e colpevole da parte dei media privati.
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DIFFUSIONE DI MESSAGGI E CONTENUTI SPECISTI E ANTROPOCENTRICI: I media privati diffondono incessantemente messaggi e contenuti specisti e antropocentrici, normalizzando e banalizzando lo sfruttamento animale, perpetuando stereotipi e pregiudizi sugli animali, e promuovendo una visione distorta e incompleta del rapporto uomo-animale. Pubblicità che utilizzano immagini idealizzate e ingannevoli degli allevamenti e dei prodotti animali, programmi di cucina che celebrano il consumo di carne e derivati animali senza alcuna riflessione critica, fiction e film d'animazione che presentano gli animali in modo stereotipato e caricaturale, notizie e servizi giornalistici che trattano gli animali come "oggetti" o "risorse" a disposizione dell'uomo, editoriali e commenti che ridicolizzano o marginalizzano le posizioni antispeciste: sono solo alcune delle forme in cui i media privati diffondono e amplificano messaggi e contenuti specisti e antropocentrici, contribuendo a radicare lo specismo nella coscienza collettiva e ostacolando l'emergere di una cultura antispecista.
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PRIORITIZZAZIONE DELL'INTERESSE UMANO RISPETTO ALLA SOFFERENZA ANIMALE NELLA NARRAZIONE MEDIATICA: I media privati prioritizzano sistematicamente l'interesse umano rispetto alla sofferenza animale nella narrazione mediatica, presentando le notizie e le informazioni sulla questione animale attraverso una lente antropocentrica, focalizzandosi sulle conseguenze per l'uomo dello sfruttamento animale (es. rischi sanitari, impatto ambientale) e marginalizzando o ignorando la sofferenza intrinseca degli animali. Servizi giornalistici che parlano di "allevamenti intensivi" solo in relazione ai rischi di zoonosi o all'inquinamento, reportage sulla "sperimentazione animale" che si concentrano sui "benefici per la salute umana" senza menzionare la sofferenza degli animali, documentari sulla "biodiversità" che parlano di "conservazione delle specie" solo in funzione dell' "utilità" per l'uomo: sono solo alcune delle manifestazioni di questa prioritizzazione specista dell'interesse umano nella narrazione mediatica, che svaluta la sofferenza animale e la relega a una posizione secondaria e marginale.
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ESCLUSIONE O MARGINALIZZAZIONE DELLE VOCI E DELLE PROSPETTIVE ETICO-ANIMALISTE: I media privati escludono o marginalizzano sistematicamente le voci e le prospettive etico-animaliste, negando spazio e visibilità agli attivisti per i diritti animali, ai filosofi antispecisti, agli scienziati che riconoscono la senzienza animale, e a tutte le posizioni critiche verso lo specismo e lo sfruttamento animale. Questa censura di fatto è una forma di manipolazione dell'informazione che impedisce un dibattito pubblico pluralistico e informato sulla questione animale, rafforza il monopolio delle voci speciste nel discorso mediatico, e ostacola la diffusione di una cultura antispecista. La rarità di interviste e dibattiti televisivi con esponenti del movimento animalista, la difficoltà per le associazioni animaliste di accedere ai media mainstream per denunciare le violazioni dei diritti animali, la tendenza a presentare le posizioni antispeciste come "estremiste" o "minoritarie": sono solo alcune delle manifestazioni di questa esclusione o marginalizzazione colpevole da parte dei media privati.
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CONSOLIDAMENTO DI UNA VISIONE SPECISTA E INADEGUATA DEL RAPPORTO UOMO-ANIMALE: I media privati, attraverso le omissioni, le diffusioni di messaggi specisti, la prioritizzazione dell'interesse umano, e l'esclusione delle voci antispeciste, contribuiscono in modo determinante a consolidare e perpetuare una visione specista e inadeguata del rapporto uomo-animale nella società. Questa visione distorta e incompleta normalizza lo sfruttamento animale, ostacola la comprensione della senzienza e della dignità animale, e impedisce la costruzione di una relazione uomo-animale basata sul rispetto, sulla giustizia, e sulla compassione. La rappresentazione degli animali come "risorse" o "merci", la banalizzazione della violenza e della crudeltà verso gli animali, la glorificazione di pratiche speciste come la caccia e l'allevamento intensivo, la mancanza di spazio per le voci critiche e antispeciste, la promozione di modelli di consumo basati sullo sfruttamento animale: sono solo alcune delle manifestazioni di questo consolidamento di una visione specista e inadeguata da parte dei media privati.