L'Ultimo Agnello: Il Sacrificio Che Dovrebbe Fermare Ogni Violenza

Introduzione:
Pasqua. Un tempo di riflessione, di passaggio, di rinascita. Per molti, purtroppo, è ancora un tempo legato al consumo rituale di carne d'agnello, perpetuando un'idea di sacrificio che sembra stridere profondamente con il cuore stesso del messaggio pasquale cristiano. Questa immagine ci invita a fermarci, a guardare oltre la tradizione gastronomica, a contemplare il simbolo del sacrificio ultimo, circondato proprio da quelle creature la cui vita viene ancora oggi spezzata in suo nome.
"Ecce Agnus Dei": Il Significato Profondo e l'Interpretazione Limitata
Che Gesù sia esistito o meno esattamente come descritto nei Vangeli è oggetto di dibattito storico. Ciò che è innegabile, tuttavia, è la potenza culturale e simbolica del Mito che lo circonda e che qui analizziamo: quello dell'Agnello di Dio, figura rivoluzionaria il cui messaggio etico di compassione universale è al centro della nostra riflessione pasquale.
Prima ancora che simbolo di fede, la croce era uno strumento di tortura e della più crudele pena capitale romana, emblema della violenza estrema inflitta dal potere. È su questo simbolo di sofferenza e sopraffazione che, al centro della fede cristiana, viene posto Lui: Gesù Cristo, definito 'Agnus Dei', l'Agnello di Dio. Colui che, secondo la teologia, si è offerto in sacrificio una volta per tutte per redimere l'umanità, per superare l'antica logica dei sacrifici di sangue, per inaugurare un'era nuova fondata sull'amore e sulla compassione radicale, non sulla morte offerta a Dio ("Misericordia io voglio e non sacrifici", Matteo 9:13). Il suo sangue versato sulla croce doveva essere l'ultimo sangue sacrificale.
Ma al di là delle scritture e della teologia redentiva, la Croce con Gesù assume un significato ancora più profondo, quasi cosmico. Possiamo leggerla come il simbolo del destino dell'unione tra la sofferenza e la resistenza della materia (la Croce) e la potenza trasformatrice dello spirito e dell'amore (Gesù). Non è solo espiazione, ma rappresenta una lotta interna, spirituale e attiva contro le forze della disunione, dell'odio e del negativo che attraversano l'intera esistenza. In questa visione, Gesù nella sua persona affronta, assume su di sé e cerca di trasmutare questo "male" per orientare l'evoluzione verso il positivo assoluto: quell'amore incondizionato e universale riassunto nel comandamento "ama il prossimo tuo come te stesso", un prossimo che per il Tribunale degli Animali include senza dubbio ogni essere senziente, animale umano e non umano.
Se questo è il nucleo etico rivoluzionario del Mito – la realizzazione dell'amore universale attraverso la trasformazione della sofferenza e del negativo – sorge allora la domanda cruciale: come è stato interpretato questo messaggio? La tradizione dominante, in particolare quella della Chiesa Cattolica, sembra aver limitato la portata di questo amore e di questo "non spargere più sangue", confinandolo prevalentemente alla sfera umana. Ci si chiede se questa sia stata una scelta deliberata ("non ha voluto") oppure una mancata comprensione profonda ("non ha capito") dell'universalità dell'empatia incarnata da Gesù. Di fatto, l'interpretazione prevalente non ha esteso con coerenza l'imperativo della compassione a tutti gli esseri senzienti, lasciando che il sacrificio di sangue continuasse sotto nuove forme. Il Tribunale degli Animali Laura Girardello afferma che questa mancata estensione della compassione rende l'interpretazione istituzionale dominante della Chiesa Cattolica incompatibile con, e quindi non degna di, una fede cristiana che voglia dirsi veramente ri-evoluta verso il Rispetto per tutta la Vita senziente, inclusa quella Animale.
La Stridente Contraddizione Pasquale: Il Sacrificio Tradito?
Guardando l'immagine, la contraddizione diventa visivamente assordante. Come possiamo commemorare l'Agnello di Dio, il cui sacrificio doveva portare pace e redenzione, circondandolo idealmente (e spesso letteralmente, sulle nostre tavole) con la morte di altri agnelli innocenti? L'immagine stessa rafforza questo paradosso, mostrando l'Agnello di Dio circondato proprio da quelle creature la cui vita innocente continua a essere sacrificata. Non è questo un tradimento del messaggio? Di fronte a questa persistente violenza che l'essere umano infligge quotidianamente all'Altro – animale e troppo spesso anche umano – sorge la domanda più dolorosa: quell'Ultimo Sacrificio, inteso a fermare lo spargimento di sangue, è stato forse tradito dalla storia? È stato reso vano nei suoi effetti pratici dalla nostra incapacità (o mancanza di volontà) di comprenderne e viverne il messaggio radicale di compassione universale? Non è questo un continuo rinnegamento del suo significato più profondo? Non significa svuotare di senso quel gesto, continuando a perpetuare la logica della violenza su altre creature senzienti?
Dall'Agnello di Dio a Ogni Essere Senziente: Un Messaggio Etico Universale
Il Tribunale degli Animali Laura Girardello, fondato sui principi "Veritas Iustitia Est", legge in questo simbolo un messaggio etico universale. La figura dell'Agnello di Dio diventa l'emblema della vulnerabilità e dell'innocenza violate. Il suo sacrificio ci richiama a una responsabilità più grande: quella di rifiutare ogni forma di violenza, di non spargere più il sangue di nessun essere capace di provare paura e dolore. Se il sacrificio "perfetto" è stato compiuto, nessun altro sacrificio è più giustificabile. La Verità (riconoscere la senzienza) deve portare alla Giustizia (rispettare la vita).
Una Pasqua di Vera Rinascita e Rispetto
Quest'anno, e ogni giorno, scegliamo di onorare davvero il messaggio profondo rappresentato da questa immagine. Scegliamo la compassione invece della violenza. Scegliamo la vita invece della morte. Rifiutiamo di partecipare al sacrificio di altri agnelli, di altri animali, di altri esseri senzienti. Costruiamo una Pasqua, e un futuro, che siano veramente di pace, di rispetto per la vita in tutte le sue forme, celebrando l'Ultimo Agnello non con un nuovo spargimento di sangue, ma con la scelta consapevole della non-violenza.