SCIENZA
VERDETTO: la Scienza, nella sua pratica di ricerca e sperimentazione che utilizza e sacrifica gli animali come mere risorse, si rende colpevole di gravissimi crimini contro gli animali, costruendo una torre d'avorio dello specismo che nega sistematicamente la sofferenza e la dignità degli esseri senzienti in nome di un progresso scientifico spesso illusorio e moralmente discutibile.
MOTIVAZIONI:
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MALTRATTAMENTO DI ANIMALI NEI LABORATORI E NEGAZIONE DELLA SOFFERENZA ANIMALE: La scienza specista si rende colpevole di maltrattamento di animali nei laboratori, imponendo loro condizioni di vita in cattività innaturali e spesso degradanti, confinandoli in spazi ristretti e anonimi, privandoli di stimoli ambientali e sociali adeguati, sottoponendoli a protocolli sperimentali stressanti e ansiogeni, e negando loro le cure e l'attenzione necessarie per alleviare la loro sofferenza. Questa crudeltà è alimentata dalla negazione della sofferenza e della sensibilità animale, minimizzando, negando o ignorando la capacità degli animali di provare dolore, emozioni e consapevolezza di sé, perpetuando un paradigma specista che li considera esseri inferiori e strumenti usa e getta. Gabbie sterili e anonime, isolamento sociale o sovraffollamento innaturale, manipolazioni brusche e impersonali, ambienti rumorosi e stressanti, mancanza di arricchimento ambientale, linguaggio scientifico asettico e oggettivante che "de-emotizza" la sofferenza animale, sottovalutazione degli indicatori di dolore e stress negli animali, rimozione emotiva e meccanismi di difesa psicologica nel personale di laboratorio, resistenza ideologica a riconoscere la piena senzienza degli animali e il valore etico delle alternative alla sperimentazione animale: queste sono solo alcune delle forme di maltrattamento sistematico e negazione della sofferenza a cui sono sottoposti gli animali nei laboratori.
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TORTURA FISICA E PSICOLOGICA NELLE SPERIMENTAZIONI E SEVIZIE E PROCEDURE INVASIVE E DOLOROSE: La scienza specista si rende colpevole di tortura fisica e psicologica nelle sperimentazioni, infliggendo agli animali sofferenze fisiche e psichiche spesso estreme e prolungate attraverso procedure sperimentali invasive, dolorose, stressanti e angoscianti, in nome di protocolli scientifici che raramente tengono conto del benessere animale e che spesso si rivelano inutili o fuorvianti per la comprensione della biologia umana. Questa crudeltà si manifesta in sevizie e procedure invasive e dolorose, pratiche sperimentali che comportano vivisezione, asportazione di organi, impianto di elettrodi nel cervello, induzione di tumori e malattie degenerative, trapianti di organi e tessuti, test di tossicità che provocano convulsioni, paralisi e morte, giustificate con la necessità di "progresso scientifico" e di "beneficio per l'umanità", ma senza un reale bilanciamento etico tra costi e benefici e senza una ricerca sincera e determinata di alternative valide e rispettose degli animali. Interventi chirurgici senza anestesia adeguata, inoculazioni di sostanze tossiche o patogene, privazione di cibo e acqua fino allo stremo, esposizioni a stimoli dolorosi o stressanti, test di tossicità che provocano atroci sofferenze, isolamento sensoriale e deprivazione affettiva prolungata: queste sono solo alcune delle forme di tortura fisica e psicologica e sevizie che vengono inflitte agli animali nei laboratori.
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RIDUZIONISMO BIOLOGICO E UTILIZZO E ABUSO DEGLI ANIMALI COME CAVIE: La scienza specista si rende colpevole di riduzionismo biologico, tendendo a ridurre la complessità della vita animale a meri meccanismi biologici e istintuali, negando la dimensione soggettiva, emotiva e relazionale degli animali. Questa visione riduttiva porta all'utilizzo e abuso degli animali come cavie, considerandoli come semplici "modelli" biologici o "strumenti" di ricerca, utilizzandoli e abusandoli come "cavie" usa e getta, privi di valore intrinseco e di qualsiasi diritto alla vita e al rispetto. Logica utilitaristica che antepone il "progresso scientifico" (spesso presunto e non dimostrato) alla vita e al benessere animale, mentalità "quantitativa" che considera gli animali come "numeri" in statistiche sperimentali, reificazione degli animali ridotti a "materiale biologico" o "reagenti" di laboratorio, assenza di empatia e compassione verso gli animali "da laboratorio": queste sono solo alcune delle manifestazioni di un riduzionismo biologico e di un utilizzo e abuso sistematico degli animali come "cavie".
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FRAMMENTAZIONE DEL SAPERE E APPROCCIO ANTROPOCENTRICO METODOLOGICO: La scienza specista opera spesso in modo frammentato e settoriale, senza una visione olistica e interdisciplinare che tenga conto delle interconnessioni tra biologia, etologia, psicologia e filosofia nello studio della mente animale. Questa frammentazione del sapere è strettamente legata all' antropocentrismo metodologico, in quanto la scienza specista adotta metodi di ricerca e interpretazioni dei dati che privilegiano una visione antropocentrica, valutando le capacità animali solo in relazione alle capacità umane, e ignorando le specificità etologiche e cognitive proprie di ogni specie. Approccio comparativo distorto che pone l'uomo come "metro di paragone" assoluto, focalizzazione eccessiva su modelli animali "umanizzati" e poco rappresentativi della diversità animale, utilizzo di test e paradigmi sperimentali inadeguati per cogliere le reali capacità cognitive ed emotive di ogni specie, interpretazione riduttiva dei comportamenti animali "non umani" come "inferiori" o "meno evoluti": queste sono solo alcune delle manifestazioni di una frammentazione del sapere e di un approccio antropocentrico metodologico che inficiano la validità e l'obiettività della ricerca scientifica sullo studio della mente animale.
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OMISSIONE DELLA RESPONSABILITA' ETICA E NEGAZIONE DELLA SENZIENZA ANIMALE: La scienza specista si auto-assolve spesso da una riflessione critica sulle implicazioni etiche delle proprie ricerche e applicazioni, perpetuando lo sfruttamento animale in nome del progresso scientifico, senza considerare i costi in termini di sofferenza animale e di giustizia interspecie. Questa omissione della responsabilità etica è alla base della negazione della senzienza animale, in quanto permette alla scienza specista di continuare a negare o minimizzare la capacità degli animali di provare emozioni, sensazioni e consapevolezza di sé, ostacolando la diffusione di una cultura scientifica più etica e rispettosa della vita animale. Mancanza di dibattito pubblico e di trasparenza sulle implicazioni etiche della sperimentazione animale, sottovalutazione del principio di precauzione e del dovere di evitare la sofferenza animale, prevalere di interessi economici e di carriera sulla riflessione etica, resistenza ideologica a considerare le alternative alla sperimentazione animale e a promuovere una scienza "senza animali": queste sono solo alcune delle manifestazioni di una omissione della responsabilità etica e di una negazione della senzienza animale che perpetuano lo specismo scientifico e la sua crudeltà.
PRECISAZIONE INAPPELLABILE: è fondamentale distinguere la SCIENZA SPECISTA, che nega la senzienza animale e perpetua lo sfruttamento animale, dalla SCIENZA VERA, che invece, basandosi sulle evidenze scientifiche più recenti e inappellabili, riconosce sempre più chiaramente la senzienza, la coscienza e la complessità emotiva di molte specie animali, contribuendo in modo inappellabile alla causa della giustizia animale.