ARTE 

VERDETTO: in quanto sistema di espressione creativa e culturale che può veicolare sia lo specismo che l'antispecismo, si rende colpevole di:

  • diffusione di stereotipi specisti e riduttivi sugli animali
  • utilizzo e oggettificazione degli animali come mezzi per fini artistici
  • normalizzazione della violenza specista attraverso la rappresentazione artistica
  • consolidamento di una visione antropocentrica e gerarchica del rapporto uomo-animale
  • difetto di sensibilità etica e di autocritica specista nella pratica artistica

 

LA LIBERTÀ ARTISTICA E LA RESPONSABILITÀ ETICA:

Il Tribunale degli Animali ribadisce con forza che la libertà artistica è un valore fondamentale e inviolabile, e che l'arte deve essere libera di esprimersi in tutte le sue forme e manifestazioni, senza censure o pregiudizi ideologici:

  • La libertà artistica non può essere considerata una licenza assoluta e illimitata, ma deve essere sempre coniugata con la responsabilità etica e sociale, specialmente quando si tratta di questioni cruciali come la giustizia animale e la lotta contro lo specismo.
  • L'arte ha un potere immenso di influenzare le coscienze, di modellare l'immaginario collettivo, di veicolare messaggi etici e ideologici. per questo motivo, gli artisti hanno una responsabilità particolare nel utilizzare la loro libertà creativa in modo consapevole e responsabile, tenendo conto dell'impatto etico e sociale delle loro opere.
  • Il Tribunale degli Animali non intende censurare l'arte specista, né imporre temi o stili agli artisti. tuttavia, il tribunale si riserva il diritto-dovere di giudicare le conseguenze etiche e sociali delle opere d'arte quando esse veicolano messaggi specisti e violenti nei confronti degli animali, e di denunciare pubblicamente l'arte che perpetua l'ingiustizia specista e la sofferenza animale.
  • Al contempo, il Tribunale degli Animali esalta e incoraggia l'arte antispecista, l'arte che mette al centro il rispetto per la vita animale, la denuncia dello specismo, e la promozione di una visione del mondo ecocentrica e antispecista. l'arte antispecista è l'arte del futuro, l'arte che illumina le coscienze, l'arte che cambia il mondo, l'arte che rende giustizia agli animali!

ma è assolta se dimostra di promuovere attivamente l'antispecismo e la biodignità animale attraverso le proprie opere e la propria azione culturale.

 

MOTIVAZIONI:

    • L'Arte, invece di esplorare la ricchezza e la profondità del mondo animale, si accontenta troppo spesso di riprodurre stereotipi specisti che banalizzano la sofferenza animale, normalizzano l'oggettificazione, e perpetuano una visione distorta e incompleta del rapporto uomo-animale. Animali rappresentati come "cibo", animali ridotti a "personaggi" bidimensionali privi di spessore psicologico e morale, animali "buoni" e "cattivi" secondo schemi mentali antropocentrici e semplicistici, animali utilizzati come "simboli" stereotipati di "istinto", "natura", "ferocia", "docilità", "stupidità", "impotenza", "inferiorità", eccetera, eccetera, eccetera! Questi stereotipi specisti vengono ripetuti ossessivamente nell'arte di ogni epoca e di ogni genere, condizionando le menti e impedendo una vera comprensione e un vero rispetto per gli animali.  

      ESEMPI DI STEREOTIPI SPECISTI DIFFUSI DALL'ARTE: Rappresentazioni di animali "da fattoria" sempre sorridenti e felici in contesti bucolici idealizzati, rappresentazioni di "animali selvatici" come "belve feroci" da temere e da combattere, personaggi animali antropomorfizzati che riproducono i pregiudizi specisti umani senza alcuna critica, metafore e allegorie speciste che utilizzano gli animali per veicolare messaggi morali antropocentrici e discriminatori, eccetera, eccetera, eccetera! Questi stereotipi menzogneri e ingannevoli vengono diffusi attraverso ogni forma d'arte (pittura, scultura, letteratura, cinema, teatro, musica, fumetto, ecc.) e plasmando l'immaginario collettivo in senso specista.

    • L'Arte, in nome della "creatività" e dell'"espressione artistica", si arroga il diritto di utilizzare gli animali come "materiale artistico", come "oggetti" da manipolare, da esporre, da trasformare, da torturare, e persino da uccidere, ignorando completamente la loro sofferenza, la loro dignità, e i loro diritti fondamentali. Animali "utilizzati" come "modelli viventi" costretti a pose innaturali e stressanti, animali "esposti" in installazioni artistiche senza rispetto per le loro esigenze etologiche e fisiologiche, animali "sacrificati" in "performance artistiche" macabre e violente, animali "torturati" e "uccisi" per "creare" opere d'arte "controverse" e "provocatorie", eccetera, eccetera, eccetera! Questi utilizzi specisti e irrispettosi degli animali nell'arte vengono giustificati in nome della "libertà d'espressione" e della "ricerca artistica", nascondendo la realtà della violenza e dello sfruttamento che si cela dietro ogni "opera d'arte" specista e legittimando l'idea che gli animali siano "oggetti" a completa disposizione degli "artisti" umani. 

      ESEMPI DI UTILIZZO E OGGETTIFICAZIONE DEGLI ANIMALI NELL'ARTE: Fotografie e video "artistici" che oggettivano gli animali come "elementi estetici" in composizioni artificiali e innaturali, installazioni "artistiche" con animali vivi rinchiusi in gabbie o teche, performance "artistiche" con animali "maltrattati" o "uccisi" in pubblico per "provocare" il pubblico, opere d'arte "contemporanea" che utilizzano parti del corpo di animali "morti" come "materiale" artistico "pregiato", eccetera, eccetera, eccetera! Questi atti di violenza specista mascherati da "arte" vengono celebrati come "geniali" e "innovativi" dal mondo dell'arte "mainstream", perpetuando l'idea che "tutto sia permesso" in nome dell'arte, anche la sofferenza e la morte degli innocenti.

    • L'Arte, attraverso la rappresentazione "estetica" e "spettacolare" della violenza specista, la rende "accettabile" e "desiderabile" agli occhi del pubblico, dissimulando la realtà della sofferenza e della crudeltà che si cela dietro ogni atto di violenza verso gli animali e normalizzando l'ideologia specista come "norma culturale". Rappresentazioni "eroiche" di "cacciatori" che "trionfano" sulla "preda animale", scene "pittoresche" di "allevamenti" dove gli animali sembrano "vivere felici" in attesa del macello, immagini "affascinanti" di "prodotti animali" presentati come "prelibatezze" e "simboli di lusso", narrazioni "avventurose" di "animali "utilizzati" per "sport" e "divertimento" senza alcuna critica etica, eccetera, eccetera, eccetera! Queste rappresentazioni speciste e violente vengono diffuse in modo massiccio e sistematico dall'arte, modellando l'immaginario collettivo e rendendo la violenza specista "parte del panorama". 

      ESEMPI DI NORMALIZZAZIONE DELLA VIOLENZA SPECISTA NELL'ARTE: Dipinti e sculture "classiche" che celebrano la "caccia" come "nobile attività" e ostentano la "bellezza" degli animali "morti" come "trofei di guerra", film e serie TV che rappresentano il consumo di carne e prodotti animali come "gesti quotidiani" e "innocui", fotografie "artistiche" che estetizzano la "crudeltà" degli allevamenti intensivi o dei macelli attraverso "effetti di luce" e "composizioni "accattivanti"", opere d'arte "concettuale" che utilizzano la violenza specista come "strumento di provocazione" senza una vera critica etica, eccetera, eccetera, eccetera! Queste forme di "arte" specista vengono accolte e celebrate dal sistema dell'arte "mainstream", perpetuando la normalizzazione della violenza specista e ostacolando l'emergere di una sensibilità etica e antispecista nel mondo dell'arte.

    • L'Arte, attraverso la riproduzione e la celebrazione di modelli culturali antropocentrici e gerarchici, contribuisce a rafforzare l'ideologia specista che considera gli animali "inferiori" agli esseri umani e giustifica il loro sfruttamento in nome della "superiorità" umana. Rappresentazioni della "natura" come "risorsa" a disposizione dell'uomo, immagini del "mondo animale" come "ambiente "selvaggio" e "ostile" da "conquistare" e "dominare", narrazioni della "storia umana" come "progresso" e "civiltà" costruiti "sfruttando" la "natura" e gli "animali", allegorie e metafore che utilizzano la "gerarchia animale" come modello per legittimare le "gerarchie sociali" umane, eccetera, eccetera, eccetera! Questi modelli culturali antropocentrici e gerarchici vengono ripetuti e celebrati dall'arte in ogni forma e in ogni epoca, plasmando le menti e interiorizzando una visione del mondo profondamente specista e ingiusta. 

      ESEMPI DI CONSOLIDAMENTO DELLA VISIONE ANTROPOCENTRICA E GERARCHICA NELL'ARTE: Pittura "rinascimentale" che rappresenta il "dominio umano sulla natura" attraverso allegorie e simbolismi specisti, letteratura "epica" che celebra le "gesta eroiche" di "cacciatori" e "conquistatori" in lotta contro la "natura selvaggia", film e serie TV che riproducono stereotipi specisti e presentano il rapporto uomo-animale come un rapporto di "dominio" e "sfruttamento" "naturale", opere d'arte "contemporanea" che riflettono e riproducono l'ideologia antropocentrica dominante senza metterla in discussione, eccetera, eccetera, eccetera! Questi contributi dell'arte al consolidamento della visione antropocentrica e gerarchica vengono spesso "ignorati" o "sottovalutati" dalla critica d'arte "mainstream", perpetuando la cecità specista del sistema artistico e culturale.

    • L'Arte, troppo spesso "sorda" alle istanze etiche e antispeciste, si concentra prevalentemente sull'estetica, sulla forma, sulla tecnica, sulla "provocazione", sulla "innovazione", e sul "mercato", ignorando o sottovalutando la dimensione etica e politica delle proprie opere e rinunciando a un ruolo attivo nella lotta contro lo specismo e per la giustizia animale. Artisti che "utilizzano" la questione animale solo come "pretesto" per "esercizi di stile" o "provocazioni "gratuite", critici d'arte "mainstream" che "ignorano" completamente la dimensione etica delle opere d'arte speciste, istituzioni culturali (musei, gallerie, festival, ecc.) che "promuovono" e "legittimano" opere d'arte speciste senza alcuna problematizzazione, pubblico "indifferente" che "consuma" "arte" specista senza interrogarsi sulle implicazioni etiche e morali, eccetera, eccetera, eccetera! Questa diffusa "mancanza di sensibilità etica e di autocritica specista" nel mondo dell'arte è una manifestazione di "cecità specista" collettiva che impedisce il progresso etico e perpetua l'ingiustizia specista. 

      ESEMPI DI DIFETTO DI SENSIBILITÀ ETICA E DI AUTOCRITICA SPECISTA NELL'ARTE: Artisti che continuano a "utilizzare" animali vivi nelle loro opere nonostante le critiche etiche e le proteste antispeciste, critiche d'arte che "elogiano" opere d'arte speciste per la loro "bellezza formale" o per la loro "forza provocatoria" senza considerare la loro dimensione etica, mostre d'arte che "escludono" o "marginalizzano" opere d'arte antispeciste perché considerate "troppo politiche" o "poco "artistiche"", finanziamenti pubblici per l'arte che "continuano" a sostenere progetti "specisti" senza incentivare la creazione di opere d'arte antispeciste, eccetera, eccetera, eccetera! Questo difetto sistemico di sensibilità etica e di autocritica specista soffoca ogni tentativo di cambiamento etico nel mondo dell'arte e perpetua l'egemonia del paradigma specista.