LAVORATORI

VERDETTO: riconoscendo la complessa e sfaccettata posizione etica dei lavoratori impiegati nei settori specisti, il Verdetto NON equipara la responsabilità dei lavoratori con quella dei vertici del sistema (aziende, governi, media), ma RICONOSCE la loro corresponsabilità sistemica pur considerando le attenuanti legate alla necessità economica e alla vittimizzazione sistemica.

 

MOTIVAZIONI: 

    • AGGRAVANTI (Fattori che aggravano la colpa etica):
      • Partecipazione attiva e diretta a pratiche cruenti e violente: Alcuni lavoratori sono direttamente coinvolti nell'infliggere sofferenza e morte agli animali, come i macellai, gli addetti agli allevamenti intensivi, i cacciatori, i pescatori, i vivisettori, ecc. Maggiore è il coinvolgimento diretto nella violenza, più questo fattore aggrava la responsabilità etica.
      • Consapevolezza e indifferenza di fronte alla sofferenza animale: L'aggravante aumenta se il lavoratore è consapevole della sofferenza che il suo lavoro infligge agli animali, ma sceglie di ignorarla, banalizzarla o giustificarla per convenienza personale o abitudine. L'indifferenza di fronte alla sofferenza altrui è sempre un fattore aggravante.
      • Normalizzazione della crudeltà e specismo interiorizzato: Quando i lavoratori interiorizzano lo specismo e normalizzano la crudeltà come parte del lavoro, banalizzando la sofferenza animale e considerandola inevitabile o irrilevante, questo contribuisce ad aggravare la loro responsabilità etica, poiché diventa una scelta attiva di adesione a una visione del mondo specista.
      • Opposizione attiva al cambiamento e al veganismo: L'aggravante diventa massima se i lavoratori, organizzandosi (anche attraverso i sindacati) o individualmente, si oppongono attivamente a qualsiasi tentativo di migliorare le condizioni degli animali, di promuovere alternative vegetali, o di transizione verso un sistema economico e lavorativo vegano. Questa opposizione attiva al cambiamento etico è un fattore di massima aggravante.
    • ATTENUANTI (Fattori che attenuano la colpa etica):
      • Necessità economica e mancanza di alternative: La principale attenuante è la NECESSITÀ ECONOMICA. Molti lavoratori si trovano a svolgere lavori specisti non per scelta ideologica o per piacere, ma per mancanza di alternative concrete e per la difficoltà di trovare altre fonti di sostentamento in un sistema economico ancora largamente specista. La sopravvivenza economica è una potente attenuante.
      • Mancanza di informazione e consapevolezza: Alcuni lavoratori potrebbero essere genuinamente poco informati sulla reale portata della sofferenza animale e sulle alternative etiche. La mancanza di informazione completa e accessibile può attenuare, anche se non annullare, la responsabilità etica. Questo è particolarmente vero per i lavori meno a contatto diretto con gli animali.
      • Pressione gerarchica e obbedienza agli ordini: In molti contesti lavorativi specisti, i lavoratori sono inseriti in strutture gerarchiche rigide e sono tenuti a obbedire agli ordini dei superiori, anche quando questi ordini implicano pratiche discutibili eticamente. La pressione gerarchica e la paura di perdere il lavoro possono attenuare la responsabilità individuale, pur non eliminandola.
      • Sforzi (anche minimi) per migliorare le condizioni (pur rimanendo nel sistema specista): Anche se raramente, alcuni lavoratori, pur rimanendo all'interno di settori specisti, possono compiere sforzi (nei limiti del possibile) per migliorare le condizioni degli animali, per ridurre la loro sofferenza, o per rendere meno cruente alcune pratiche. Questi sforzi, anche se parziali e limitati, possono essere considerati attenuanti.
      • Potenziale apertura alla transizione e al veganismo: Un fattore attenuante, soprattutto in prospettiva futura, è la potenziale apertura di molti lavoratori alla transizione verso settori vegani e antispecisti, se venissero offerte alternative concrete di riqualificazione professionale, sostegno economico alla transizione, e una visione positiva di un futuro lavorativo vegano. Questa potenziale apertura è un elemento importante da considerare per il futuro.
    • RESPONSABILITÀ, CORRESPONSABILITÀ, NON RESPONSABILITÀ:
      • RESPONSABILITÀ (INDIVIDUALE E DIRETTA): I lavoratori che infliggono direttamente violenza e sofferenza agli animali (es. macellai, vivisettori) hanno una responsabilità individuale e diretta per le loro azioni, anche se inserite in un sistema più ampio. Questa responsabilità non può essere annullata completamente dalle attenuanti, ma va valutata nel contesto specifico.
      • CORRESPONSABILITÀ (SISTEMICA E INDIRETTA): Tutti i lavoratori impiegati in filiere speciste sono corresponsabili del sistema specista nel suo complesso. Anche chi svolge lavori meno cruenti (es. trasportatori di animali, addetti al marketing di prodotti animali, ecc.) contribuisce, con il proprio lavoro, a mantenere in piedi il sistema di sfruttamento. Questa corresponsabilità è inevitabile finché si lavora in settori specisti, ma non implica la stessa colpa morale della responsabilità diretta.
      • NON RESPONSABILITÀ (VITTIMIZZAZIONE SISTEMICA): I lavoratori sono anche vittime del sistema specista. Sono spesso costretti a scegliere tra la disoccupazione e lavori eticamente problematici, sono sottoposti a pressioni economiche e sociali, e sono inseriti in un sistema che limita le loro scelte e le loro alternative. In questo senso, la responsabilità primaria e ultima del sistema specista non ricade sui singoli lavoratori, ma sul sistema economico, politico e culturale specista nel suo complesso, che crea e perpetua queste condizioni di sfruttamento e di costrizione.